PIER LUIGI RUSSO

UN PRECURSORE SEMPRE SOSPESO TRA CONOSCENZA E UTOPIA

Nato a Roma nel 1946, Diciottenne, entra come fattorino alla WISIL (oggi WILOCS), il più grande laboratorio odontotecnico di Roma e di tutto il centro sud, grazie alla sua curiosità e  all’ innato talento in breve tempo ne diventa caporeparto, ma il ruolo gli sta stretto e poco tempo dopo apre il suo primo laboratorio: il “FOM” (Fissa, Ortodonzia e Mobile), nel frattempo studia e si diploma come odontotecnico.

Era appena terminato il periodo delle lavorazioni di apparecchi in caucciù, iniziava l’epoca della resina acrilica, (placche ad espansione o di contenzione, monoblocchi, correttori) e si affacciava l’ortodonzia fissa, con bande fatte manualmente e attacchi saldati, in questo periodo conosce e frequenta clinici di fama e colleghi che alimentano il suo desiderio di conoscenza.

Periodo fertile di idee e pur non avendo mai brevettato nulla, è l’inventore del primo bunsen ad aria, della vite d’espansione a V, delle prime polveri di resina colorata. Al suo nome sono legati dispositivi di spinta e movimento e tecniche diversificate di apparati meccanicistici e funzionali come ad esempio: apparati bioregolatori, apparecchi con moduli intercambiabili; è il padre degli apparecchi in resina acetalica; sistema cromopsicofunzionale, la neuropsicoortodonzia olistico funzionale; gli apparati ERPI (pseudomino del suo nome). Da sempre cerca un modo per creare un dialogo, tra le varie anime della professione,!

Nella foto, Pierluigi Russo durante una lezione

“…Il mio “pallino” era quello di creare un’Associazione con Clinici e Ortodontotecnici, per approfondire la materia e magari crescere insieme per un bene comune…”

Così nel 1987 , fonda la CRON-OM, (Centro Ricerca Ortodontica Nazionale – Ortopedisti Mascellari), di cui sarà il primo presidente, questo lo porta a viaggiare in tutto il mondo, ma è in Sud-America, dove meglio viene compreso e anche grazie alla suo operato, oggi la CRON-OM è ancora presente nel mondo e operativa in otto Paesi. Nel 1999, lascia al figlio Andrea Russo, la guida del laboratorio e si ritira vicino a Salerno dove collabora con associazioni di medicina alternativa e la produzione di argento colloidale.

scheda storica a cura di Gianni Grandi